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Quando l’AI inizia a fare paura (a chi non la capisce)

Articoli Erik Goi today1 Luglio 2022

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È uscita una notizia questa settimana che ha fatto il giro del mondo: un ingegnere di Google, Blake Lemoine, è stato sospeso perché convinto che l’intelligenza artificiale su cui stava lavorando—LaMDA—fosse diventata senziente. Ha pubblicato persino la trascrizione delle “conversazioni” con questa AI, e i titoli dei giornali hanno fatto il resto: “L’intelligenza artificiale è cosciente”, “L’AI ha emozioni”, e via così.

Te lo dico subito: no, LaMDA non è senziente. Ma questa storia mi ha fatto riflettere su quanto velocemente stiamo andando, e su quanto poco le persone capiscano cosa sta davvero succedendo.

DALL-E 2: quando l’AI disegna meglio di noi

Mentre i giornali si scatenavano su LaMDA, io stavo testando qualcosa di altrettanto impressionante: DALL-E 2 di OpenAI. Annunciato ad aprile, questo sistema è in grado di generare immagini da una descrizione testuale. E non parlo di disegnini sgranati: parlo di immagini realistiche, artistiche, che sembrano fatte da un grafico professionista.

Scrivi “un astronauta a cavallo in stile rinascimentale” e DALL-E 2 ti crea un’immagine che sembra uscita da un museo. Scrivi “una sneaker che fluttua nello spazio con acqua che schizza attorno” e ottieni una foto che potrebbe essere usata per una campagna pubblicitaria vera.

Il problema? È ancora in beta chiusa. Devi essere sulla waitlist, e non tutti vengono accettati. Ma quando aprirà al pubblico—e succederà presto—cambierà completamente il modo in cui le aziende producono contenuti visivi.

Cosa significa tutto questo per le aziende?

Quando ti dico che l’intelligenza artificiale sta cambiando tutto, non sto esagerando. In meno di sei mesi siamo passati dalle prime API pubbliche di OpenAI a sistemi che:

  • scrivono testi indistinguibili da quelli umani;
  • generano immagini professionali da zero;
  • conversano in modo così convincente che qualcuno pensa siano coscienti.

E tutto questo non richiede server dedicati, team di data scientist o investimenti da milioni di euro. Basta un’API, un po’ di configurazione, e via.

Il vero problema non è l’AI, è la paura

Quello che mi preoccupa non è l’intelligenza artificiale. Mi preoccupa la reazione delle persone. Ogni volta che esce una notizia del genere—tipo quella di LaMDA—la gente si divide in due: chi pensa che l’AI ci ruberà il lavoro e chi pensa che siamo vicini alla fine del mondo.

Entrambi sbagliano.

L’AI non è magica, non è cosciente, e non è qui per sostituire gli esseri umani. È uno strumento. Potente, certo, ma sempre uno strumento. E come ogni strumento, può essere usato bene o male.

Il momento di agire è ORA, non domani

Se stai aspettando che “si capisca meglio” o che “la tecnologia maturi”, ti do una notizia: stai già perdendo il treno.

Pensa solo a questo: tra sei mesi potresti avere un sistema che genera automaticamente immagini per i tuoi prodotti, scrive le descrizioni per il tuo e-commerce, risponde alle domande dei clienti in modo naturale e produce report in pochi secondi.

Oppure potresti essere ancora lì a fare tutto a mano, mentre i tuoi concorrenti sono già avanti di tre anni.

La mia opinione da consulente

Ho sempre detto ai miei clienti: investire nella tecnologia giusta al momento giusto è la differenza tra crescere e chiudere. Vale per i backup (e chi mi segue sa quanto insisto su questo), vale per la sicurezza informatica, e vale soprattutto per l’intelligenza artificiale.

Non serve essere visionari. Serve essere pragmatici. Serve capire che quando una tecnologia funziona davvero—e queste API funzionano, l’ho testato personalmente—bisogna muoversi.

Non tra un anno, non “quando avremo tempo”. Adesso.

La domanda che dovresti farti

Quante ore alla settimana sprechi tu o i tuoi dipendenti per fare cose ripetitive? Rispondere sempre alle stesse email, creare contenuti che seguono sempre lo stesso schema, riformattare documenti, cercare informazioni in file enormi?

Ecco, l’intelligenza artificiale può fare tutto questo. E liberare le persone per concentrarsi su quello che davvero conta: strategia, creatività, relazioni umane.

Ma solo se inizi a integrarla nei tuoi processi. Solo se smetti di avere paura e inizi a capire come funziona davvero.

Se vuoi parlarne seriamente, sai dove trovarmi. E se pensi ancora che l’AI sia “roba per il futuro”, torna a leggere questo post tra sei mesi e dimmi se avevo torto.

Written by: Erik Goi

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